

“Esiste un investimento sicuro e non rischioso?”
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Ogni individuo ha il dovere di preoccuparsi della gestione dei propri risparmi in quanto la programmazione della liquidità è certamente uno degli aspetti più importanti per garantire alla nostra vita futura un certo tenore o, quantomeno, una certa continuità con quella odierna. Ma esiste un investimento sicuro al 100%? La risposta è NO.
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Investire è un azzardo, lo è sempre stato e sempre lo sarà. Chiaramente è possibile reperire scelte di risparmio meno rischiose di altre, come ad esempio i titoli di Stato di nazioni particolarmente solide, ma minore è il rischio e minore sarà il ritorno in termini economici, e comunque la componente di “rischio” permane, non scompare di certo. La più grande arma che l’investitore ha, ad oggi, è l’informazione, poiché grazie ad essa è possibile studiare e scegliere consapevolmente. L’investitore deve informarsi per tutelarsi. Ove la sete di conoscenza viene meno, del pari verranno meno i risultati. Simili asserzioni derivano dalla consapevolezza che il mondo variegato degli investimenti, da qualsiasi parte essi prodotti, è comandato dalla logica della commissione, ergo è maggiormente trainato dagli interessi di chi gli investimenti li propone piuttosto che di coloro li fanno materialmente. Facciamo un esempio pratico:
Prendiamo il risparmiatore medio, privo di qualsiasi nozione finanziaria, interessato ad accantonare piccole somme a cadenza regolare per poterne poi fruire in un secondo momento. Inserito in un tessuto sociale ove, in sequenza, le principali matrici di risparmio sono sempre state le seguenti:
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Il mattone.
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I buoni fruttiferi postali.
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I titoli di Stato italiani.
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Il risparmio domestico (volgarmente definito come “soldi sotto il materasso”).
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Egli si sente come un pesce fuor d’acqua a parlare di azioni, obbligazioni, etf e via discorrendo e, per natura, tende a rifuggirne. Le reti di vendita di prodotti finanziari/assicurativi hanno quindi ideato il PAC, un piano di accumulo venduto con la logica del risparmio forzato che riproduce l’idea dell’accantonamento, del mettere da parte i propri soldi. Ecco quindi che il risparmiatore si convince che versare una piccola somma togliendosela dalle mani a cadenza regolare sia per lui utile a non spenderla, certamente non dannosa come scelta, e si decide a sottoscrivere questo accumulo poiché v’è la prospettiva persino di piccola rivalutazione dei propri soldi (quantomeno questo gli è stato promesso).
Ora, per riagganciarci al discorso iniziale, ciò che il risparmiatore ignora è che simili soluzioni comportano una serie di spese talmente tanto ampie (di gestione, di caricamento, trattenute sulle performance, etc.) che parlare di un ritorno economico è davvero impensabile. Al più, si vedranno erodere i propri risparmi, a meno che il lasso temporale non sia talmente ampio da avere l’opportunità di recuperare almeno quanto versato. Qui scatta il meccanismo psicologico che porta il risparmiatore a rivendicare la sua scelta: “almeno non ci ho perso molto”, oppure “almeno ci sono andato in pari”. Il vero guadagno, in queste soluzioni ed in molte altre simili (pensiamo alle Sicav), è nelle tasche di chi propone i piano di investimento, non certo di chi mette la pecunia.
Il risparmio oculato è solo quello diversificato, ossia composto da una serie di elementi tra loro decorrelati in grado di produrre un risultato apprezzabile tramite una sinergia dei loro rendimenti. Insomma, l’investimento è un concerto di idee, non certo un assolo.
Come capisco quali strumenti sono adatti ad entrare nel mio portafoglio?
Prima di parlare di cosa acquistare è bene domandarsi dove si vuole arrivare, e soprattutto con quali tempi. Ciò che i consulenti oggi dimenticano è che gli investimenti non si distinguono in base al loro rendimento, quanto invece in base al tempo che essi impiegano a fornirci i frutti di cui abbiamo bisogno. Determinati titoli hanno una prospettiva di crescita stimata in diversi anni, pertanto, affinché se ne possa godere appieno, occorrerà un lasso di tempo maggiore e sarà obbligatorio rivolgersi ad una platea di investitori che sposino questi ampi orizzonti (immaginiamo il padre che accantona i soldi per permettere al figlio appena nato di frequentare, un domani, l’università). Colte le necessità, si può profilare il resto.
Come capisco le prospettive di crescita di uno strumento ed i suoi tempi?
In Legacy Fund utilizziamo l’analisi tecnica per derivare la bontà di un titolo. Un grafico correttamente studiato fornisce:
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I massimi ed i minimi registrati da un titolo.
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Le tendenze odierne di mercato.
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I volumi di acquisto o vendita di un titolo.
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La volatilità di un titolo.
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La direzione temporale (trend) che sta assumendo quel titolo.
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L’intensità degli acquisti e delle vendite registrate su quel titolo.
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Poniamo l’attenzione sugli ultimi due punti. Un’analisi grafica mensile – ad esempio – permette di capire persino lo sviluppo annuale di un titolo, ossia consente di capire come quell’asset si sia mosso negli anni precedenti e che intenzioni abbia per quelli a venire. In Legacy Fund proponiamo una disamina puntuale dello stato attuale del titolo, indicando i punti di maggiore sensibilità i price target del titolo. Analizzare un grafico significa inquadrarlo in uno specifico momento e lucrare in quella distinta finestra temporale. Ragionando per step diviene più agile determinare la giusta direzione ed avvalora l’idea per la quale la finanza non può essere:
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Atemporale: ossia avulsa dal tempo, creata e mai più maneggiata. Non esiste, infatti, l’investimento che va totalmente avanti da solo. La finanza è fatta dagli uomini, e gli uomini cambiano. La soluzione scelta deve poter essere oggetto di modulazioni e rivisitazioni.
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Monodirezionale: ossia sempre improntata ad un acquisto di quote, poiché pare verosimile credere che uno strumento finanziario non possa solo crescere nel corso della propria vita. Divenire investitori significa possedere gli strumenti per acquistare nei momenti di crescita e di vendere allo scoperto in quelli di decrescita.
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Per i motivi sopra esposti, una buona analisi tecnica fornisce tutti gli strumenti per potersi muovere all’interno del grande mondo degli investimenti. È questo bastevole per poter produrre un investimento sicuro? No, è bastevole a creare un investimento ponderato, studiato nei suoi dettagli e quindi comprensibile a chiunque lo osservi, pertanto non sicuro, ma altamente affidabile.